mercoledì 9 febbraio 2011

Liberate i liberali!


Non l'ho mai nascosto, mi sono sempre definito una persona di destra (a scanso di equivoci, non della destra xenofoba o nazi-fascista, ma di quella storicamente detta "liberale", presente soprattutto nella tradizione politica anglosassone).
Una volta, le persone cosiddette liberali come me crescevano con dei forti convincimenti, giusti o sbagliati che fossero, tra i quali:
  • La fede assoluta  nella libera concorrenza e nei meccanismi del libero mercato (la mitica invisible hand degli economisti)
  • L'insindacabile riverenza verso la divisa e le Forze dell'Ordine
  • La severità e l'inflessibilità nell'applicazione delle leggi
  • Il rispetto assoluto di tutte le istituzioni statali e repubblicane
  • Il principio della meritocrazia (chi fa di più ha diritto ad avere di più) e l'antipatia verso l'assistenzialismo
  • Il concetto del "chi sbaglia" e del "chi rompe" paga
  • Lo Stato basato su una bassa tassazione e una bassa spesa pubblica
  • Una forte etica nella gestione della res publica
Ebbene, io questi convincimenti li ho ancora... ma alla luce di quanto avviene oggi in Italia, sono davanti a due ipotesi "esclusive":
  1. Io non sono più un liberale, sono diventato qualcos'altro (e non so neanche cosa...)
  2. Quelli che attualmente in Italia si definiscono liberali non sono poi per niente tali
Non vorrei trarre facili conclusioni, ma per me come diceva QUELO è "la seconda che hai detto"...

Gyulio

2 commenti:

  1. Esatto... La seconda che hai detto...

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  2. Sì, la 2. Inoltre i veri liberali di cui B. si era attorniato agli albori della sua ventura politica si sono via via dileguati, perché hanno preso coscienza che rappresentavano per lui una foglia di fico, un vestimento "alto" ad interessi e politiche basse, che si andarono rivelando man mano sempre più personalistiche e ben poco liberali.

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